Mercoledì 25 aprile h 23.00  Palazzo Re Enzo

Ben Rivers (GB)
Slow Action
expanded cinema, prima italiana

Slow Action è un film di fantascienza post-apocalittico, un ibrido tra documentario, studio etnografico e fiction. Presentato nel contesto di Live Arts Week come proiezione espansa su quattro schermi, Slow Action è un vasto panorama, un’esplorazione di ambienti straordinari che evocano un remoto futuro terrestre. Partendo della biogeografia insulare, che studia come le specie e gli ecosistemi isolati si sviluppino differenziandosi dal territorio circostante, presenta lo scenario di una natura ostile dove il livello del mare è cresciuto mostruosamente e la società umana si è evoluta in piccole comunità rette da utopie iperboliche. Slow Action è stato girato in quattro luoghi da fine del mondo: Lanzarote - l'isola vulcanica più arida del pianeta -; Gunkanjima - uno scoglio poco distante dalla costa di Nagasaki occupato da una città fantasma di ex-minatori di carbone-; Tuvalu - una della nazioni più piccole del pianeta -; e Somerset - piccolo ecosistema delle Bermuda le cui specie non sono ancora state studiate-. Sono mondi perduti, terre contenute dalle proprie costrizioni geografiche, le cui vicende evolutive costituiscono la traccia narrativa del film (composta da Mark von Schlegell). Slow Action, ispirato ai racconti Erewhon di Samuel Butler, La Nuova Atlandide di Bacone, The Green Child di Herbert Read e L'ultimo uomo di Mary Shelley, incarna lo spirito di esplorazione e di ricerca che caratterizza il lavoro di Ben Rivers.

commissionato da Picture This e Animate Projects in collaborazione con Matt’s Gallery, London
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Ben Rivers, artista inglese, è una figura autoriale che incarna il contrastato rapporto di amore/odio - un'attrazione fatale - fra mondo del cinema e mondo delle arti visive. Ben Rivers realizza film, rigorosamente in 16mm, e li proietta e installa, con lo stesso successo, sia in prestigiosi centri d'arte che nei più importanti festival cinematografici internazionali. Dal punto di vista della cultura visiva, Rivers prolunga la lunga tradizione inglese di arcaismi, e di fascinazione per le campagne e i suoi paesaggi, ma la reintroduce come sfondo di un immaginario abitato da figure e apparizioni aliene e spaesanti, che sembrano emergere da un passato oscuro, evocando suggestioni fra fantascienza ed esotismo. Dal punto di vista cinematografico esplora parallelamente i confini fra i generi cinematografici più disparati: horror, fantascienza, documentario etnografico, thriller, noir. I due aspetti non si divaricano in linee di produzione diversificate, ma si innestano assieme nelle singole opere di esplorazione di altri mondi, abilmente creati a partire da semplici frammenti e misteriose sintomologie del quotidiano. Il suo ultimo film, Two Years at Sea, è stato presentato al Festival Internazionale del Cinema di Venezia 2011.
www.benrivers.com
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